“ Tu hai il diritto, anzi il dovere, di fare la
tara, di dubitare di tutto quello che ti ho detto. Tanto è solo una storia,
tragica. Ma ce ne sono tante, no? Non devi mica berle tutte...Però, visto che si
può fare, non è così lontano... Una volta nella vita vai a ficcare i piedi là
sopra... E poi ritornaci... Prova a smentirmi, metteticela tutta... Prova a fartene
una ragione... Ma senza fermarti alla diga, perché non si capisce niente alla diga.
Vai avanti fino ai paesi. Poi girati indietro, ficcaci i piedi sopra... Se hai coraggio
e voglia, parla con qualcuno... E poi leggi, documentati. Quella che hai sotto i
piedi è la seconda più grande frana che sia caduta sul pianeta da quando è
apparso l'uomo: la più grossa è caduta in India, nel Pamir, sul tetto del mondo.
La seconda nel cuore dell'Europa. E non è caduta. È stata provocata
"
Staffetta Massarosa - Longarone: 454 km di corsa per ricordare il disastro del Vajont
E' terminata con successo la 34^
edizione della staffetta con destinazione Longarone (Bl) per ricordare
i 50 anni del disastro del Vajont che sconvolse questa piccola
comunità veneta.
La non-stop podistica come consueto è parita dalla Piazza
del Comune di Massarosa venerdi 19 luglio alle ore 15.00.
I 18 staffettisti hanno affrontato un percorso nella prima parte particolarmente impegnativo con le salite
che li hanno portati prima al Cipollaio e quindi dopo essere
transitati a Castelnuovo di Garfagnana la salita fino a quota 1600 metri a San
Pellegrino in Alpe.
Il
percorso in seguito è stato decisamente più facile con la
discesa che li ha portati in Emilia, quindi tutta pianura fino a
Marostica, la città degli Scacchi, dove un piacevole saliscendi
li ha accompagnati fino all'arrivo, dove sono stati accolti dal
Sindaco e dal vice-Sindaco. Nella tarda mattinata i podisti hanno
visitato il museo Vajont, nonchè la diga, con l'enorme e immensa
frana che 50 fa cadde nel lago artificiale. Un paesaggio surreale che
provocò la morte di quasi 2000 persone di cui circa 400 bambini
con meno di 15 anni. Una manifestazione che è servita a
ricordare la tragedia immane, per non dimenticare