ALBO D'ORO
DELLE
STAFFETTE


Massarosa
Superga

il percorso

i partecipanti




le nostre staffette - 10^ edizione
Massarosa - Superga (428 km)
14-15-16 luglio 1989

Il  14 luglio alle ore 20.00 è partita daMassarosa la decima edizione della staffetta podistica organizzata dal nostro gruppo: un modo originale per ricordare il 40^ anniversario della tragedia di Superga, in cui perirono i giocatori e gli accompagnatori al seguito del grande Torino (leggi qui sotto un breve ricordo del terribile evento).

38 ore di corsa consecutiva ha tenuto impegnati gli oltre 30 staffettisti protagonisti di questa ulteriore faticosa impresa.

Dopo il saluto a parenti e ad amici, gli atleti si sono avviati verso Montramito. La staffetta è proseguita verso Massa e, Carrara per poi entrare in  Liguria attraversando i paesi della costa di Levante. Si giungeva quindi a Genova per poi proseguire fino a Savona. Qui gli atleti hanno "girato a destra" attraverando gli appennini liguri e entrando in Piemonte.
Mondovì, Cuneo, Saluzzo e Moncalieri alcuni dei luoghi piemontesi attraversati, prima di percorrere gli ultimi km che li ha portati nella piazza antistante la splendida Basilica di Superga.

All'arrivo, una festosa accoglienza con lo scambio di doni tra le autorità locali e quelle massarossesi.

Il fatto storico

La tragedia di Superga fu un incidente aereo avvenuto il 4 maggio 1949. Alle ore 17:05 il Fiat G.212 con a bordo l'intera squadra del "Grande Torino" si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, appena fuori Torino. Trentuno le vittime.

L'aereo stava riportando a casa la squadra da Lisbona, dove aveva disputato un incontro amichevole con il Benfica per festeggiare l'addio al calcio del capitano della squadra lusitana José Ferreira

Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino - considerata una delle più forti compagini di tutti i tempi. La formazione del Torino aveva vinto cinque scudetti consecutivi, dalla stagione 1942-'43 alla stagione 1948-'49 (i campionati '43-'44 e '44-'45 non vennero disputati a causa della seconda guerra mondiale) e costituiva i 10/11 della nazionale

Insieme a Fausto Coppi e Gino Bartali, il Grande Torino aveva contribuito con le sue imprese a dare lustro a una nazione che cercava di risollevarsi dopo i terribili anni di guerra, di fascismo e di occupazione tedesca. 

Nell'incidente perirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport); Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Stampa). 

A identificare le salme dei periti venne chiamato tra gli altri l'ex commissario tecnico Vittorio Pozzo, che conosceva molto bene i calciatori del Torino. Lo spezzino Sauro Tomà, infortunato al menisco, non prese parte alla trasferta portoghese scampando miracolosamente all'incidente.

L'impatto che la tragedia ebbe in Italia fu fortissimo. Il Torino fu proclamato vincitore del campionato e gli avversari di turno, così come lo stesso Torino, schierarono le formazioni giovanili nelle restanti quattro partite contro la squadra granata. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in piazza a Torino per dare l'ultimo saluto ai campioni. 

Lo shock fu tale che l'anno seguente la nazionale si recò ai Mondiali in Brasile viaggiando in nave.


 
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