Il 14 luglio alle
ore 20.00 è partita daMassarosa la decima edizione della
staffetta podistica organizzata dal nostro gruppo: un modo originale
per ricordare il 40^ anniversario della tragedia di Superga, in cui
perirono i giocatori e gli accompagnatori al seguito del grande Torino
(leggi qui sotto un breve ricordo del terribile evento).
38 ore di corsa consecutiva ha tenuto impegnati gli oltre 30 staffettisti protagonisti di questa ulteriore faticosa impresa.
Dopo il saluto a parenti e ad amici, gli atleti si sono avviati verso
Montramito. La staffetta è proseguita verso Massa e, Carrara per
poi entrare in Liguria attraversando i paesi della costa di
Levante. Si giungeva quindi a Genova per poi proseguire fino a Savona.
Qui gli atleti hanno "girato a destra" attraverando gli appennini
liguri e entrando in Piemonte.
Mondovì, Cuneo, Saluzzo e Moncalieri alcuni dei luoghi
piemontesi attraversati, prima di percorrere gli ultimi km che li ha
portati nella piazza antistante la splendida Basilica di Superga.
All'arrivo, una festosa accoglienza con lo scambio di doni tra le autorità locali e quelle massarossesi.
Il fatto storico
La tragedia di Superga fu un incidente aereo avvenuto il
4 maggio 1949. Alle ore 17:05 il Fiat G.212 con a bordo l'intera
squadra del "Grande Torino" si schiantò contro il muraglione del
terrapieno posteriore della basilica di Superga, appena fuori Torino.
Trentuno le vittime.
L'aereo stava riportando a casa la squadra da Lisbona, dove aveva disputato un incontro amichevole con il Benfica per festeggiare l'addio al calcio del capitano della squadra lusitana José Ferreira.
Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino
- considerata
una delle più forti compagini di tutti i tempi. La formazione
del
Torino aveva vinto cinque scudetti consecutivi, dalla stagione 1942-'43
alla stagione 1948-'49 (i campionati '43-'44 e '44-'45 non vennero
disputati a causa della seconda guerra mondiale) e costituiva i 10/11
della nazionale.
Insieme a Fausto Coppi e Gino Bartali,
il Grande Torino aveva contribuito con le sue imprese a dare lustro a
una nazione che cercava di risollevarsi dopo i terribili anni di
guerra, di fascismo e di occupazione tedesca.
Nell'incidente perirono
anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e
tre dei migliori giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport); Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Stampa).
A identificare le salme dei periti venne chiamato tra
gli altri l'ex commissario tecnico Vittorio Pozzo, che conosceva molto
bene i calciatori del Torino. Lo
spezzino Sauro Tomà, infortunato al menisco, non prese parte
alla trasferta portoghese scampando miracolosamente all'incidente.
L'impatto che la tragedia ebbe in Italia
fu fortissimo. Il Torino fu proclamato vincitore del campionato e gli
avversari di turno, così come lo stesso Torino, schierarono le
formazioni giovanili nelle restanti quattro partite contro la squadra
granata. Il giorno dei funerali quasi un milione di persone scese in
piazza a Torino per dare l'ultimo saluto ai campioni.
Lo shock fu tale
che l'anno seguente la nazionale si recò ai Mondiali in Brasile viaggiando in nave.