Il nome attuale, Massarosa, deriverebbe il suo nome da un insediamento
medioevale di derivazione germanica. Il termine “Massa
Grausi”, antico nome di Massarosa, deriva dall’unione del
termine “massa”, vasta proprietà agricola, con il
nome proprio germanico “Grauso”, proprietario del fondo. Il
nome quindi richiama l’esistenza di una proprietà agricola
longobarda, confortata da documenti che attestano la presenza di una
corte, con tutti gli annessi, alla fine del X secolo. In realtà
esistono anche insediamenti molto più antichi; il luogo, forse
anche in virtù della sua amenità, possiede cultura
plurimillenaria, e di ogni civiltà conserva testimonianze e
vestigia.
Le fasi preistoriche sono attestate nelle grotte di Piano di Mommio e
dai rinvenimenti delle cave silicee situate presso il lago di
Massaciuccoli. Dalla tarda Età del Ferro all’Età
Ellenistica, la frequentazione umana si è caratterizzata come
insediamento etrusco, sorto sulle sponde del Lago di Massaciuccoli in
funzione delle rotte commerciali, attivate dai principali centri
dell’Etruria meridionale verso la vicina costa francese. Della
Età Romana restano numerosissimi rinvenimenti, in tutta la zona
compresa tra la sponda del Lago e le prime pendici collinari, oltre a
due complessi monumentali, pertinenti ad una villa d’otium, di
cui oggi sono visibili un piccolo quartiere, alcuni ambienti di
servizio ed un imponente complesso termale.
All’epoca romana si fanno risalire anche le prime opere di
bonifica, le cui tracce rimangono nei toponimi, e l’uso stesso
dell’olivo nel territorio; ancora oggi, la presenza e la
disposizione di vecchi esemplari sembrano indicare l’antica
centuriazione, quando non percorsi viari precedenti.
Gli avvenimenti tra la fine del X e gli inizi dell’XI secolo, con
la costa della Versilia spesso dominata da conflitti, battaglie e
incursioni, condussero alla costruzione di una serie di castelli e alla
ridistribuzione del territorio tra le nobili famiglie locali. Nella
medesima epoca furono edificate anche la maggior parte delle chiese.
Sul finire del XIV secolo, la Repubblica di Lucca si assicurò
definitivamente il dominio di questa porzione, incluso Camaiore,
lasciando Pietrasanta ai fiorentini. La divisione territoriale venne
poi ribadita nel lodo di Papa Leone X del 1513. A questi fatti si
può far risalire probabilmente anche il germe dell’annosa
diatriba riguardo alla Versilia Storica, o Versilia del Fiume, che dura
fino ai nostri giorni. Scrive oggi il Bertoli: “I Comuni di Forte
dei Marmi, Pietrasanta, Seravezza e Stazzema, con capoluogo
Pietrasanta, non ne vogliono sapere di stare inisieme a Camaiore
[antica Campus Major], Massarosa e Viareggio. ‘Quella non
è Versilia!’, protestano i separatisti…E
c’è stata una sorta di Lega, l’ ‘Unione
Versiliese’, i cui vertici erano lo scrittore Manlio Cancogni e
Giorgio Giannelli, storico del luogo. Tutto dipende dal fatto che la
Versilia del sud è stata storicamente legata a Lucca; quella del
nord a Pisa. E la Chiesa ha mantenuto e mantiene questa divisione: i
quattro Comuni della Versilia Storica sono sotto la diocesi di Pisa,
gli altri [compreso Massarosa] sotto la diocesi di Lucca…”
In tempi più recenti, furono infine edificate le numerose ville
che ancora punteggiano la campagna massarosese. Dimore signorili di
campagna, fatte innalzare quasi tutte tra il Cinquecento e
l’Ottocento, per lo più da ricchi mercanti lucchesi, di
riflesso ad un diverso orientamento dell’imprenditoria cittadina.
Quando l’industria della seta cominciò ad andare in crisi,
si intravide nell’investimento fondiario un rifugio sicuro per i
consistenti capitali, accumulati con proverbiale parsimonia e
previdenza. Col secolo XVII si cominciarono a costruire ville anche
come luoghi “di delizia” o per ragioni di prestigio o di
esibizione.
Le ville tramandano, oggi, la storia secolare di una comunità
vissuta “all’ombra” delle dimore di intelligenti e
previdenti imprenditori; in nessun caso, infatti, furono costruite
disgiunte dal calcolo di un soddisfacente profitto ottenuto
dall’azienda agricola. Sui colli, solo i terreni più magri
e meno agibili erano riservati ai boschi; nel piano, si coltivavano
granaglie e orti sui terreni bonificati e riso, che un tempo deteneva
il primato della qualità fra tutte le regioni risicole
d’Italia, nella parte più bassa. Il resto del suolo
pianeggiante non coltivato era costituito dalla palude o, come si dice
qui, dal “padule”. Non poche famiglie hanno vissuto, anche
se non troppo bene, di pesca e (un po’ meno) di caccia, un tempo
abbondanti proprio in quel padule.
Tutte queste generazioni con saggezza, volontà e spesso fede
hanno trasformato una disordinata sterpaglia e un mareggiare di piante
frammiste a stagni, un tempo malsani e selvaggi, in un giardino.
Al Congresso di Vienna del 1815 si deve la nascita del Ducato di Lucca,
affidato alla discendenza di Maria Luisa di Borbone Infanta di Spagna,
mentre nel 1861 la Provincia di Lucca comprese definitivamente nel suo
ambito territoriale l’intera costa della Versilia. A tale data
Massarosa faceva parte del Comune di Viareggio; l’autonomia venne
poi concessa negli anni dal 1870 al 1875, che condussero
all’approvazione finale dello Statuto del Comune.